Archivi categoria: Serie TV Animata

Daria

Daria è il titolo di una serie animata americana creata da Glenn Eichler e Susie Lewis Lynn nata come spin-off del popolare Beavis and Butt-head, dove Daria già appariva, anche se con sembianze e look diversi. La serie è stata prodotta negli studi d’animazione di MTV ed è stata mandata in onda negli Stati Uniti dal 1997 al 2001, concludendosi dopo 65 episodi e due lungometraggi.

 

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Dragonball Z

Dragon Ball Z, talvolta contratto in DBZ, è un anime prodotto dalla Toei Animation e trasmesso in Giappone su Fuji Television dal 26 aprile 1989 al 31 gennaio 1996, con la regia generale di Daisuke Nishio e Takao Koyama come compositore della serie, Yuji Ikeda il character designer e Shunsuke Kikuchi per le musiche, sono stati realizzati in totale 291 episodi. La serie è il sequel della prima serie televisiva di Dragon Ball. Rappresenta l’ultima parte della trasposizione televisiva del manga omonimo, creato da Akira Toriyama nel 1984 riprendendone i volumi dal 17 al 42.

Grazie all’enorme successo, sono stati prodotti 13 film cinematografici, 2 OAV, 2 speciali televisivi, 1 ONA, diversi videogiochi per i più disparati supporti esistenti ispirati alla serie Z, che ancora oggi continuano ad essere prodotti, e persino un gioco di carte collezionabili chiamato Dragon Ball Z Collectible Card Game. Il successo spinse la 20th Century Fox a produrre un live action cinematografico, che dopo anni di incertezze arrivò nel 2009, Dragonball Evolution di James Wong (tuttavia il film alla fine si ispirò agli eventi della prima serie). Ha infine avuto un seguito Dragon Ball GT (1996, non tratto dal manga).

La Z nel titolo nacque da un errore della produzione, infatti inizialmente la serie si sarebbe dovuta chiamare Dragon Ball 2, ma in uno degli schizzi a matita del logo, il 2 scritto male, somigliava ad una Z e risultò piacevole ai produttori dello Studio Bird. Toriyama motivò la Z dicendo che rappresenta il culmine della forza raggiunta dai personaggi.

In Italia, inizialmente, sono stati trasmessi alcuni special su Junior TV a fine anni 90; nel 2000 è arrivata la serie in TV per mano di Mediaset. L’adattamento televisivo italiano trasmesso da Mediaset su Italia 1 diede alla serie il titolo What’s my destiny Dragon Ball e venne mandato in onda per la prima volta nel 2000 (da gennaio a giugno), trasmettendo il primo blocco di circa 107 episodi fino all’estate, bloccandolo e sostituendolo con alcune repliche della 1° serie da un punto imprecisato. La serie riprese nell’ottobre 2000 e terminò nell’aprile del 2001. Con le successive repliche annue, il nome è ora divenuto, in Italia, quello originale, tranne che nella sigla di gran successo (cantata da Giorgio Vanni). La versione italiana dell’adattamento, così come molte altre fuori dal Giappone, è caratterizzata da molteplici censure nelle scene e nei dialoghi. Nonostante ciò la serie Dragon Ball Z ha subito pochissime censure video rispetto alla 1° serie e agli altri anime trasmessi da Italia 1. A dispetto della 1° serie, dove la maggior parte dei nomi dei personaggi venivano alterati, nello Z si è deciso di lasciare i nomi originali però mantenendo quelli già cambiati in precedenza per questioni di continuità.

Dragon Ball Z narra le avventure di Goku, ormai divenuto adulto, il quale si è sposato con Chichi e da cui ha avuto due figli, Gohan e, successivamente, Goten. Con il proseguire della serie e delle avventure, aumentano sia gli avversari sia la loro potenza, e le battaglie che ne derivano causano un allontanamento sempre maggiore da quella che era la base della storia in Dragon Ball, ovvero la ricerca delle famose sfere del drago. Si privilegiano così la crescita dei personaggi ed il susseguirsi degli scontri, affidandosi ad una trama piuttosto semplice e ripetitiva, ma rivelatasi di enorme successo ed efficace, in quanto ritenuta la serie dominante fra tutte quelle trasmesse. La serie copre un arco narrativo di 22 anni, partendo dall’attacco di Raditz e concludendosi con la partenza di Goku allo scopo di allenare Ub in occasione del 28º Torneo Tenkaichi.

 

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Dragonball

Dragon Ball è un anime derivato dal manga Dragon Ball di Akira Toriyama, in cui vengono trasposti gli eventi compresi fra l’incontro fra Son Goku e Bulma alla sconfitta di Piccolo durante il 23º Torneo Tenkaichi presenti nei primi 17 volumi del fumetto. La serie, prodotta da Toei Animation tramite lo Studio Bird, è andata in onda in Giappone sull’emittente Fuji Tv a partire dal 26 febbraio 1986 fino al 19 aprile 1989 per un totale di 153 episodi, hanno poi fatto seguito quattro film cinematografici, di cui 3 realizzati tra il 1986 e il 1988, infine l’ultimo nel 1996 creato per celebrare il 10º anniversario del cartone animato. A continuare la storia vi sono due sequel, Dragon Ball Z (1989, tratto dai restanti volumi) e Dragon Ball GT (1996, creato da zero per la TV).

In Italia la serie fu per la prima volta importata da Junior TV nel 1989, dove però arrivarono soltanto 54 episodi, l’edizione era integrale con un adattamento abbastanza fedele e con le sigle originali, mantenendo inoltre il doppiaggio giapponese quando qualcuno eseguiva una tecnica (come era di usanza in Ken il guerriero). Anche i nomi dei personaggi, degli oggetti e delle tecniche erano mantenuti inalterati, se non per alcune eccezioni. Il doppiaggio diverso da quello attuale, soffriva dei costi contenuti, tipici dell’edizioni italiane anni ottantanovanta da parte delle Tv locali, perciò si possono notare l’uso di poche voci abbinate a diversi ruoli in ogni episodio sia tra i personaggi protagonisti, che fra quelli di passaggio.

Nel 1996, quando in Giappone era da tempo scoppiato il furore di Dragon Ball, in particolare della serie Z, che si apprestava ormai a terminare, e dopo che in Italia nel 1995 venne per la prima volta pubblicato il manga da Star Comics, Mediaset (che già aveva mandato in onda la serie nel 1990 su Italia7, probabilmente affittandola dalla Doro Tv Merchandising che ne deteneva i diritti), acquistò il primo blocco di 99 puntate e ne ridoppiò la serie apportandone però diverse censure (sia video che audio), con semplificazioni culturali e cambiamenti nell’adattamento, tipo il cambio di nomi (alcuni ispirati al primo doppiaggio), degli oggetti e delle tecniche, scatenando diverse proteste nella rubrica della posta del manga di Dragon Ball da parte dei fan che avevano visto l’edizione precedente e letto il fumetto. Questa nuova edizione andò in onda nella primavera del 1996 con le sigle originali, sempre su Junior TV (filiale di Publitalia) e su diverse televisioni locali nel contenitore Jtv. Fu proprio in questo periodo che furono importati i primi giocattoli ispirati alla serie da parte di Giochi Preziosi con relativi spot in televisione (in questi spot si poteva sentire in sottofondo una sigla cantata in italiano che però non veniva usata per la trasmissione degli episodi).

La serie veniva trasmessa ciclicamente bloccandosi sempre alla puntata 99 (nel mezzo del combattimento tra Goku e Tenshinhan); in seguito furono doppiati e trasmessi nella primavera del 1998 gli episodi 100-153 (si possono infatti notare alcuni cambi di voce dal 100º episodio). Dopo la trasmissione della serie, fu ospite l’autore Akira Toriyama, il quale era in visita in Italia. Infine la serie fu lanciata su Italia 1 nel 1998 con la nuova sigla italiana cantata Giorgio Vanni. Terminata la serie furono trasmessi i sequel per la prima volta in Italia. Dragon Ball è stato replicato diverse volte dall’emittente, ed è passata anche su i canali satellitari Italian Teen Television (2003) e Hiro (2010).

 

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Cowboy Bebop

Cowboy Bebop, generalmente scritto con il titolo inglese anche in Giappone, è una serie anime televisiva giapponese diretta da Shinichirō Watanabe trasmessa per la prima volta nel 1998. L’anime si compone di 26 episodi. Il canale televisivo TV Tokyo, pur accettando per la trasmissione 12 episodi della serie (gli episodi 2, 3, 7-15 e 18), si rifiutò di trasmettere i rimanenti ritenendoli troppo violenti per il suo pubblico. Questi episodi andarono in onda dal 3 aprile al 19 giugno 1998. Successivamente quello stesso anno la serie venne trasmessa integralmente sul canale satellitare WOWOW, a cominciare dal 23 ottobre e fino al 23 aprile 1999. In Italia è andato in onda su MTV.

Nel 2022, l’esplosione accidentale di un gate sperimentale iperspaziale per viaggi a differenza di fase nell’universo danneggia gravemente la Luna: la conseguenza è la deriva di una cintura di asteroidi e meteoriti che bombardano la superficie del pianeta Terra sterminando gran parte della popolazione umana. Gli umani sopravvissuti abbandonano l’ormai quasi inabitabile pianeta Terra per colonizzare i nuovi pianeti abitabili (Marte e Venere), la cintura di asteroidi e i satelliti di Giove. La serie vera e propria inizia nell’anno 2071: l’intero sistema solare è stato reso accessibile grazie ai gate iperspaziali. Marte è diventato il pianeta cardine del nuovo sviluppo umano, ed i nuovi cartelli del crimine organizzato interplanetario esercitano la loro influenza sul governo e sulla Polizia del Sistema Solare, l’ISSP (Inter Solar System Police), limitandone l’efficacia nel combattere la criminalità. Il risultato è la nascita di un sistema di “taglie” simile a quello usato nel “Vecchio West” per fronteggiare evasi, terroristi ed altri pericolosi criminali. I cacciatori di taglie coinvolti vengono spesso rinominati “cowboy“.

Cowboy Bebop è la storia di un cacciatore di taglie del futuro, Spike Spiegel, un cowboy dello spazio, dei suoi compagni (Jet Black, Faye Valentine, Edward ed Ein il cane, un Welsh Corgi Pembroke), e dei loro viaggi attraverso il sistema solare. Sono cacciatori di taglie che lottano per sopravvivere in un mondo che è una combinazione di passato, presente e futuro. Un futuro molto remoto che ha però in sé uno spaccato della società attuale, mentre il passato invece è simile agli anni trenta. Tutti hanno un passato misterioso, segnato da amori travagliati e passioni difficili che anche a fine serie restano tali; ci sono navi spaziali e casinò interstellari fianco a fianco con personaggi dai sombrero calati sugli occhi e strade intersecate da vecchi semafori. Per ogni nuova caccia che intraprendono alla ricerca, quasi sempre senza successo, di un criminale e della sua taglia, vengono introdotti nuovi personaggi nella serie e i protagonisti esplorano nuovi paesaggi cosmici.

 

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Drawn Together

Drawn Together è una serie televisiva animata statunitense creata da Dave Jeser e Matt Silverstein, mandata in onda per la prima volta il 27 ottobre del 2004 sul canale satellitare USA Comedy Central. In Italia è, dal marzo 2005, stata trasmessa sul canale satellitare Comedy Central del pacchetto SKY. Il programma è stato cancellato dal palinsesto di Comedy Central, in seguito alle numerose querele ricevute, all’alto costo produttivo del cartone e ai tempi di produzione di un singolo episodio, giudicati da Comedy Central troppo elevati. Tuttavia nell’aprile 2010 è stato realizzato un film, distribuito negli Stati Uniti.

L’originalità della serie sta nell’essere “un reality show a cartoni animati”, come dichiara la sequenza introduttiva. Drawn Together è intesa come una parodia sarcastica e pungente di tutti i reality show possibili (dal Grande Fratello a Survivor a tanti altri andati in onda solo in America), ma è anche un omaggio piuttosto inconsueto al mondo dell’animazione: infatti ciascuno degli otto partecipanti al programma, oltre a rappresentare un luogo comune dei tipici personaggi scelti nel casting di questo tipo di show, è la presa in giro di uno stereotipo o di una tipologia comune dei cartoni animati di tutti i tempi, dai serial muti degli anni 20 fino all’era di internet.

Il tutto è condito da un umorismo decisamente sopra le righe, molto simile a quello di un’altra popolare serie di Comedy Central, ovvero South Park. Anche qui le battute ruotano attorno a handicap, razzismo, perversioni sessuali, antisemitismo, terrorismo, aborto e via dicendo, con una particolare attenzione alle implicazioni sessuali (sembra che buona parte dei partecipanti sia bisex e abbia delle particolari preferenze sessuali) e alle gag corporali. Questa scelta può essere intesa come una presa in giro dei reality show in cui troppo spesso gli occupanti delle varie case si lasciano andare un po’ troppo e rientra negli elementi tipici del genere satirico. Da notare inoltre i numerosi riferimenti più o meno sarcastici all’ebraismo, dovuto al fatto che entrambi i creatori della serie sono di fede ebraica e le parodie di celebri film, quasi una consuetudine per questo genere di programmi.

L’implicazione che quello in cui si svolge la serie sia il mondo dei personaggi animati (un po’ come la Cartoonia di Chi ha incastrato Roger Rabbit) è resa ancora più chiara dai numerosi camei di personaggi di cartoni, fumetti e videogame, spesso rappresentati sotto una luce “diversa” dal solito (ovvero, problematici tanto quanto gli otto protagonisti).

 

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Le Superchicche

Le Superchicche (The Powerpuff Girls) è una serie a cartoni animati statunitense creata da Craig McCracken e prodotta da Hanna-Barbera per Cartoon Network. Direttore delle animazioni fu Genndy Tartakovsky (che ha diretto anche: Il laboratorio di Dexter e Samurai Jack). La serie vede come protagoniste tre bambine dotate di superpoteri, che hanno dedicato le loro vite a combattere il crimine e le forze del male. Il loro motto è: Salveremo il mondo prima di andare a nanna!

La serie venne ideata dall’animatore Craig McCracken come progetto universitario al California Arts Institute nel 1992, ed era intitolata The Whoop-Ass Girls. Tre anni dopo Cartoon Network gli commissionò due brevi puntate per What-A-Cartoon! e, infine, nel 1998 una serie televisiva completa. Nel 2002 è stato realizzato anche il lungometraggio: Le Superchicche il film.

La frase “sugar and spice and everything nice” (zucchero, cannella e ogni cosa bella) viene citata nella canzone King for a Day della band punk rock dei Green Day nell’album Nimrod del 1997.

Il professor Utonium sta cercando di inventare la bambina perfetta: perciò mescola in un recipiente gli ingredienti: zucchero, cannella, e ogni cosa bella. Egli però, durante il processo, rompe accidentalmente un recipiente di Chemical X, un misterioso e potentissimo liquido dagli effetti imprevedibili; al contatto con la mistura infatti provoca una violenta esplosione. Dopo l’esplosione il professore si trova davanti tre ragazzine dotate di superpoteri, che si mettono subito al servizio della giustizia… e della cittadina di Townsville.

L’autore ha riempito la serie di continui riferimenti ad elementi supereroici, e ai vecchi cartoni animati ad animazione limitata. Il segno utilizzato è basato su figure geometriche elementari (cerchi e rettangoli).

In particolare, le tre protagoniste hanno dalle fattezze decisamente insolite: occhi molto grandi, teste rotonde e grandi anch’esse, sproporzionate in relazione al resto del corpo; mani senza dita né polsi, piedi senza dita né caviglie. Ma le ragazzine sono tutt’altro che svantaggiate: sono infatti super-carine e super-potenti. Le ragazzine del trio hanno le tre personalità del genere: Lolly, la leader, rossa di capelli, è riflessiva; Dolly, di carattere più dolce, è bionda; Molly, scura di capelli e vestita di verde e nero, è la più aggressiva.

Le tre protagoniste hanno anche una nemesi, un nemico personale, il terribile Mojo Jojo: una scimmia parlante, originariamente la scimmietta domestica del professore, investita dal Chemical X da cui ha ottenuto una intelligenza diabolica.

La loro città, immaginaria, ha un nome che è un gioco di parole (sul quale ironizza Mojo Jojo in un episodio): Townsville; Town = città, come il suffisso -ville. Una traduzione letterale sarebbe “città cittadina”. Tuttavia nella realtà esistono molte città che portano questo nome: alcune in Australia, una negli USA.

 

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Il Laboratorio di Dexter

Il laboratorio di Dexter (Dexter’s Laboratory), è un cartone animato statunitense creato da Genndy Tartakovsky ed andato in onda per la prima volta il 28 aprile del 1996. È prodotto dalla Hanna-Barbera Cartoons che ne ha concesso i diritti prima a Cartoon Network (1996 – 1998) e successivamente alla Cartoon Network Studios (20012003). Il 17 gennaio del 2006, dopo quasi tre anni di assenza da piccolo schermo, ne è stata trasmessa una nuova puntata nel nuovo canale Cartoon Network TOO.

Tra gli autori e gli sceneggiatori delle puntate del Laboratorio di Dexter compaiono nomi prestigiosi dell’animazione come Rumen Petkov, Craig McCracken, Teddy Newton, Seth MacFarlane, Butch Hartman e Rob Renzetti.

Attualmente viene trasmesso su Cartoon Network e Boing.

Il protagonista del cartone è Dexter, bambino di dieci anni dall’intelligenza superiore alla media. Espertissimo in fisica ed informatica, è riuscito a costruire un laboratorio scientifico segreto (non ha avvisato i genitori di questa sua invenzione), ubicato vicino alla sua cameretta. Dexter è in perenne contrasto con la sorella maggiore Dee Dee, lunatica e dispettosa, che riesce sempre ad entrare nel laboratorio nonostante esso sia protetto da password e codici d’accesso complicatissimi, oltreché da numerosi dispositivi di sicurezza (per aprire la porta bisogna sollevare un libro particolare dalla biblioteca di Dexter).

Il maggior rivale di Dexter è Mandark, altro genio precocissimo che però utilizza in modo maligno le sue scoperte. Inizialmente si chiamava Mardark ed era dotato di un laboratorio molto più tecnologicamente avanzato rispetto a quello di Dexter: tuttavia, Dee Dee lo ha distrutto (seppur involontariamente, mentre stava ballando) ma egli non l’ha punita, dato che ne è segretamente innamorato. Nell’ultima serie, Mandark era ancora più crudele ed i suoi piani erano sempre più cattivi e diabolici.

Il lato comico dello show animato sta nel contrasto tra Dexter, “secchione” (o, per meglio dire, nerd) sempre intento a studiare, e la sorella Dee Dee, che pensa solo a divertirsi. Ovviamente, la vita sociale dei due personaggi è altamente stereotipata: mentre Dexter non ha amici, non pratica sport e non ha successo con le ragazze, Dee Dee è circondata da amiche (in particolare Lee Lee e Mee Mee) e non ha nessun problema nell’attività fisica, che anzi pratica volentieri (soprattutto la danza classica ed il nuoto sincronizzato).

Nel 1999, venne realizzato uno speciale sul cartone chiamato Ego Trip, che narrava le avventure dei principali personaggi quando essi sono già diventati adulti.

 

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Fantazoo

Fantazoo (titolo originale in giapponese: Geragera Būsu Monogatari; in olandese: Boes) è una serie televisiva a cartoni animati realizzata da Studio Telescreen Japan, Teleimage e Meander Studio. Si tratta di una co-produzione nippoolandese basata su una serie olandese di fumetti a strisce, ancora oggi pubblicata da diversi quotidiani e settimanali dei Paesi Bassi, intitolata Ox Tales (traducibile letteralmente dall’inglese come I racconti del bue) e creata da Wil Raymakers e Thijs Wilms.

La serie fu trasmessa inizialmente dall’emittente giapponese TV Tokyo dal 7 aprile 1987 al 29 marzo 1988 ed è composta da 102 episodi di 12 minuti ciascuno, sebbene in alcune occasioni siano stati trasmessi a coppie, formando così 51 puntate della durata di 24 minuti. In seguito Fantazoo è stato doppiato e mandato in onda in numerosi paesi del mondo; in Italia fu lanciato per la prima volta da Odeon Tv nel marzo 1989, e successivamente da diverse reti televisive locali (anche attraverso l’ex syndication Junior Tv).

Le storie di Fantazoo ruotano attorno alle buffe, esilaranti e surreali vicende quotidiane di Alvaro, un bue gestore della sua fattoria in un mondo naturale ed incontaminato affollato da animali di ogni specie (che spesso Alvaro chiama “Amici della Foresta”). Alvaro veste con una tutona rossa e con gli zoccoli di legno ai piedi, ed è affiancato dalla sua migliore amica, la tartaruga Camilla (talvolta chiamata anche ‘Gnappetta). Nel doppiaggio italiano, per caratterizzare meglio i due protagonisti del cartone, Alvaro e Camilla parlano due diversi dialetti italiani, rispettivamente il romanesco e il fiorentino.

 

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Ken il guerriero

Il titolo originale dell’anime, Hokuto no Ken, può essere tradotto come Forca di Hokuto, Il colpo dell’Orsa Maggiore o ancora Il pugno di Hokuto. Protagonista è appunto Kenshiro, imbattibile guerriero della scuola marziale di Hokuto. In Italia Ken il guerriero arriva alla sua massima notorietà attraverso due serie animate (109 episodi la prima, 43 episodi la seconda), prodotte a partire dal 1984 da Toei Doga e Fuji Television e spesso riproposte da diverse emittenti TV locali. Sempre in Italia, nei primi anni novanta la Granata Press pubblicò il manga.

Al suo interno si trovano una gran quantità di stereotipi della cultura e dei manga: l’olocausto nucleare, le arti marziali, il senso del sacrificio, la tristezza, il dolore (in pratica il bushidō dei samurai), l’amicizia e l’amore.

La serie TV d’animazione tratta dal manga ha sancito il successo planetario del personaggio. In Italia, ad esempio, è arrivata prima del fumetto ed ha scatenato un vero e proprio “culto” del personaggio, tanto che è stata replicata numerose volte, sempre con molto successo; è curioso che, a parte una piccola parentesi su La7, è stata trasmessa sempre da Syndication e TV locali.

La serie è composta da 2 blocchi di episodi. Il primo, più corposo, è composto da 109 episodi trasmessi in Giappone fra il 4 ottobre 1984 ed il 5 marzo 1987; inizia con la ricerca di Shin e Julia e finisce con il duello finale con Raoh. Il secondo blocco, più breve, conta 43 episodi e fu trasmesso in patria fra il 12 marzo 1987 ed il 18 febbraio 1988; inizia con l’avvento dell’Imperatore e della Scuola Imperiale di Gento e finisce con lo scontro finale tra Ken e Kaioh nella Terra dei Demoni.

La sigla della versione italiana è stata scritta da Claudio Maioli e Lucio Macchiarella ed interpretata dal cantautore italiano Claudio Maioli, che nella versione originale del 1986 usava come nome d’arte lo pseudonimo di Spectra.

 

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Futurama

Futurama è una serie TV a cartoni animati creata da Matt Groening (autore anche de I Simpson) e David X. Cohen, trasmessa in Italia su Italia 1 e Fox (su SKY).

La serie è ambientata nella New York dell’anno 3000 (chiamata New New York in quanto la vecchia New York dei nostri tempi giace sotto di essa, fungendo da fogna) e racconta le avventure di Philip J. Fry, fattorino di una pizzeria che il 1° gennaio del 2000 finisce accidentalmente in una capsula per il sonno criogenico e si risveglia mille anni dopo,il 31 dicembre 2999 iniziando a lavorare come fattorino spaziale per la ditta di spedizioni di un suo discendente, il vecchissimo Professor Farnsworth: questo gli permetterà di viaggiare molto e di finire nei guai in molti pianeti dell’universo.

L’elemento fondamentale della serie, oltre ad una ben studiata sceneggiatura, è rappresentato dalle tantissime allusioni e parodie, in particolare dalla letteratura e cinematografia fantascientifica.

Molti spunti umoristici nascono da una visione assurda ed esasperata della tecnologia (che ad esempio ha creato le cabine automatizzate per il suicidio, o l’albero bonsai di macedonia) e di come gli uomini si trovino a convivere con robot e le macchine che posseggono i loro stessi vizi e virtù.

 

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The Boondocks

The Boondocks è una serie televisiva di cartoni animati creata da Aaron McGruder, trasmessa negli Stati Uniti sul canale televisivo Adult Swim e trasmessa in Italia da MTV. La serie, basata sull’omonima striscia a fumetti dello stesso McGruder (The Boondocks), dipinge con tratti satirici la società americana in relazione alla cultura afroamericana. Tratta delle vicende vissute dalla famiglia Freeman, che prendono atto nella tranquilla cittadina di Woodcrest. I protagonisti sono: Robert Jebediah “nonno” Freeman, Huey e Riley Freeman, due fratellini di 10 e 8 anni.

 

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C’era una volta… Pollon

C’era una volta… Pollon (Ochamegami monogatari korokoro Poron) è un anime tratto dal manga di Azuma Hideo (disegnatore anche di Nanà Supergirl) Olympus no Pollon, pubblicato nel 1977. Si compone di 46 episodi trasmessi tra il 1982 e il 1983 e prodotti da Fuji Television. La serie è diventata molto popolare in Italia, dove è stata trasmessa per la prima volta nel 1984 all’interno del popolare programma Bim Bum Bam. Nel corso degli anni ha continuato ad essere trasmessa da Mediaset (Italia 1, Boing).

La storia tratta delle avventure della piccola Pollon, unica figlia del dio Apollo, che vive con suo padre e tutti gli altri dei sul monte Olimpo, rappresentato come un posto simile alla Terra dei giorni nostri, con televisione e supermercati.

Pollon desidera sopra ogni cosa diventare una dea. A tale scopo suo nonno Zeus stabilisce un patto con lei: la farà diventare una dea quando avrà riempito un magico salvadanaio con le monete che lui le donerà ogni volta che compierà una buona azione. Le sue intenzioni verso il prossimo sono buone ma, spesso, invece di aiutare qualcuno lo mette ancora più nei guai.

Insieme a Eros, dio dell’amore e suo inseparabile compagno di disavventure, Pollon va dunque alla ricerca di persone da aiutare, imbattendosi appunto nei protagonisti dei miti greci rivisitati in chiave moderna. Ad aiutarla lungo il suo cammino trova anche la Dea delle dee, che la incoraggia e la salva da brutte situazioni, come un angelo custode, regalandole un fermaglio col quale contattarla e usare il miracolo Bon Bon.

Le situazioni in cui si viene a trovare traggono spunto dalla mitologia, con chiari riferimenti alle Metamorfosi di Ovidio, della Grecia classica, spesso mutando anche la più triste tragedia in chiave umoristica. Durante lo svolgimento della storia vengono presentati di volta in volta gli dei dell’Olimpo e i miti a loro legati: essi compaiono allo spettatore come esseri tutt’altro che divini, fallibili e dediti al vizio e soggetti alle debolezze umane, proiettando sempre le situazioni da un punto di vista umoristico.

Come ultima fatica per diventare dea, Pollon salva la Terra dai mali usciti dal vaso di Pandora: grazie alla speranza, che era rimasta in fondo al mitico vaso dei demoni, la bambina riesce a imprigionare di nuovo i mostri e scopre che la Dea delle dee era proprio la dea della speranza. Come segno di riconoscenza per gli sforzi di Pollon, la dea le cede il titolo.

 

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